Come scegliere un camice?

In campo sanitario il camice deve essere un Dispositivo di Protezione individuale adottato per salvaguardare l’operatore da eventuali rischi rilevati, per ottemperare agli obblighi del datore di lavoro secondo la norma EU 425/2016.


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Confort: il camice deve garantire traspirabilità e confort per agevolare la normale operatività giornaliera. Deve inoltre essere realizzato in un tessuto che agevoli la rimozione di eventuali macchie nonché la disinfezione o la sterilizzazione.

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Disinfezione e Sterilizzazione: abitualmente, nel caso di strutture private, la manutenzione del camice avviene nella lavatrice domestica. Per evitare contaminazioni vengono utilizzati disinfettanti che però, per la loro specifica formulazione, indeboliscono le fibre, invecchiano precocemente i capi, e in mancanza di un adeguato ed accurato risciacquo, possono permanere sulle fibre e creare reazioni epidermiche. Scordiamo spesso, che già un lavaggio a 60° mantenuto per 30 minuti garantisce una perfetta disinfezione senza inquinare l’ambiente né trattenere sostanze dannose per la nostra salute.

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Manica lunga o corta: la manica lunga garantisce maggiore protezione all’operatore ma quando utilizzata per più pazienti può essere portatrice di contagi da una paziente all’altro. La manica corta consente il lavaggio dell’avanbraccio tra un paziente e l’altro a garanzia di maggiore igiene. Indipendentemente dalla scelta operata si raccomanda la perfetta detersione dell’avanbraccio in caso di manica corta o la sostituzione di un camice a manica lunga contaminato con un camice pulito.

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Bianco o colore: il bianco è un classico per evidenziare l’appartenenza alla categoria e per rafforzare la professionalità, ma anche il colorato è ideale purché si abbini armonicamente all’ambiente ed alla funzione e non venga scelto solo per ridurre il numero di manutenzioni necessarie.

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Tipologia di tessuto: la tipologia di tessuto è strettamente legata al prezzo di acquisto, economico per le mischie in poliestere cotone o più costoso per il puro cotone.

In generale si dovrebbe ricercare un tessuto di aspetto piacevole e soprattutto traspirante, lavorato con cura e che assicuri una buona resistenza alle alte temperature dei lavaggi mantenendo l’aspetto originale. Troppo spesso ci ritroviamo di fronte capi ingrigiti e di povera manifattura che ledono immancabilmente l’immagine che si desidera trasmettere.

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Formaldeide & Co: i trattamenti effettuati al di fuori del mercato europeo, soprattutto su tessuti economici, non seguono la normativa OEKOTEX 100, a garanzia della non tossicità. Spesso viene utilizzata la formaldeide per garantire un risultato no-stiro, il piombo come fissatore del colore, la soda caustica per ammorbidire le fibre, etc. etc. Questi pericolosi prodotti chimici non sono utilizzabili per la produzione di tessuti all’interno dei paesi europei. In ogni caso è sempre consigliabile, per evitare reazioni allergiche, verificare sempre la provenienza del capo di abbigliamento, scegliendo articoli con certificazione OEKOTEX 100, nel caso in cui utilizzino tessuti extra europei, oppure articoli che presentino la garanzia di un tessuto realizzato all’interno della comunità europea dove dal lontano 1992 sono banditi i componenti chimici dannosi per la salute e per l’ambiente.