Lo sviluppo sostenibile grazie al Bamoboo

Il dibattito ambientale a livello internazionale ha inizio negli anni Ottanta con una serie di riflessioni avviate da importanti gruppi di economisti ed ecologisti, tra i quali Herman Daly e Robert Costanza, che con il Simposio “Integrating Ecology and Economic” tenutosi a Stoccolma nel 1984 hanno consolidato i concetti alla base dell’odierna definizione di sostenibilità: “Lo sviluppo sostenibile persegue contemporaneamente lo sviluppo economico della società, il benessere sociale degli individui e la salvaguardia dell’ambiente, sia attuali che futuri.” (1) “(…) soddisfa i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri.” (1) “Il tasso di utilizzazione di qualsiasi risorsa non deve superare il tasso di rigenerazione della risorsa stessa.”

Enzo Tiezzi è stato uno dei primi in Italia ad introdurre il concetto sullo sviluppo sostenibile, scienziato di fama mondiale e Professore Ordinario di Chimica Fisica presso l’Università di Siena, nonché unico esponente italiano a partecipare al Simposio di Stoccolma del 1984, scomparso nel 2010.

«I sistemi biologici sembrerebbero una manifesta violazione del principio» INTRODUZIONE 21 della termodinamica, in quanto «presentano strutture estremamente ordinate che si evolvono nella direzione di un più elevato ordine, di una minore entropia» (2) osserva Tiezzi.

Lo scienziato ha sempre mostrato la consapevolezza del fatto che il superamento di una logica di sfruttamento dell’ambiente poteva aver luogo soltanto attraverso una nuova interpretazione della natura, che superasse i limiti della visione deterministica veicolata dalla scienza moderna.

Tiezzi nella sua principale opera “Tempi storici, tempi biologici” (3) teorizza uno degli aspetti essenziali di questo argomento, affermando che alla base della crisi ambientale odierna vi è il conflitto tra i tempi veloci dello sviluppo della società e i tempi biologici lenti della rigenerazione delle risorse naturali.

Nell’elenco dei materiali riconosciuti come sostenibili viene sempre più spesso inserito il Bamboo, considerabile a buon diritto un materiale estremamente low-cost, sia da un punto di vista economico che ambientale. Il Bamboo è un materiale naturale che armonizza ottime prestazioni meccaniche con caratteristiche di grande sostenibilità. Per via della richiesta energetica produttiva e lavorativa praticamente nulla, rappresenta una grande risorsa in termini di sostenibilità economica.

Il suo successo è dovuto in prima istanza alla grande disponibilità del materiale sia in termini quantitativi che qualitativi poiché è notevole che le foreste di Bamboo sono molto diffuse e si estendano in un’enorme varietà di climi e situazioni morfologiche, e ancor più eccezionale la rapidità con cui il materiale cresce, matura e subisce processi che gli consentano l’impiego strutturale.

La coltivazione e la crescita del Bamboo richiedono poche cure, manuali e chimiche, ed oltre ad essere un processo facile, può essere considerato anche estremamente veloce, dal momento che si reputano pronte ad impiego tessile le piante che hanno raggiunto appena i 3 anni di vita.

La coltivazione del Bamboo è estremamente ecosostenibile. Infatti, la pianta offre vantaggi ambientali, in termini di assorbimenti di CO2 e di biomassa; inoltre l’uso di pesticidi ed antiparassitari è praticamente nullo poiché il bamboo contiene un agente chiamate Bamboo Kun che lo protegge naturalmente dagli attacchi di muffe e parassiti, e mantiene le sue proprietà antibatteriche anche al termine della lavorazione della fibra. Altre questioni che rendono la coltivazione benefica sono la tenuta del terreno, evitando frane ed erosione, grazie all’apparato radicale estremamente fitto di queste piante.

Queste caratteristiche suggeriscono l’impiego in progetti di riconversione di aree dismesse, come nel caso di Shangai dove una superfice adibita a discarica e demolizione è stata trasformata in un gigantesco parco di Bamboo.

La fibra tessile di Bamboo viene ricavata dallo stelo attraverso un processo di idrolisi alcalina e sbiancamento multifase. La fibra di Bamboo è: igroscopica, vale a dire che assorbe facilmente le tinture e necessita quindi di minori quantità di colorante; estremamente traspirante e fresca perché assorbe velocemente l’umidità e altrettanto velocemente la rilascia; ultravioletta; molto elastica; morbida al tatto proprio come i filati in cashmere e seta. Il tessuto di Bamboo è impiegato soprattutto per la produzione di abbigliamento intimo, neonatale (per le proprietà antibatteriche ed ultraviolette).

Grazie alla presenza nella trama del tessuto di molteplici cavità e cuscinetti di aria, il Bamboo rende gli indumenti altamente traspiranti, con un’elevatissima capacità di assorbire i liquidi, come umidità e sudore, che evapora tre volte più velocemente rispetto al tradizionale cotone, donando freschezza per lungo tempo e allontanando i cattivi odori.

Un indumento prodotto con un tessuto di Bamboo è morbido sulla pelle, delicato e previene arrossamenti ed irritazioni.

Alcuni test hanno mostrato che il tasso di mortalità dei batteri all’interno delle fibre di Bamboo è di oltre il 70%. Inoltre, un’associazione giapponese che si dedica a ispezioni tessili ha rilevato che, anche dopo cinquanta lavaggi, i tessuti in Bamboo possiedono ancora queste funzioni.

Ricapitolando:

• I capi d’abbigliamento in Bamboo sono ipoallergenici.

• Quella di Bamboo è una fibra altamente assorbente, quasi 3 o 4 volte in più rispetto al cotone. In condizioni meteorologiche calde e umide, gli abiti in bambù contribuiscono a mantenere chi li indossa, più asciutto, più fresco e più comodo, rispettando la pelle.

• La struttura delle fibre di Bamboo rende i tessuti più traspiranti e termoregolatori rispetto al cotone, alla canapa, alla lana o ai tessuti sintetici.

• I capi d’abbigliamento in Bamboo forniscono anche una protezione ai raggi UV (non lasciano passare circa il 98% dei raggi UV dannosi);

• L’abbigliamento in Bamboo è naturalmente più resistente alle grinze rispetto al cotone, che potrebbe richiedere ancora una stiratura dopo il lavaggio; il tessuto in Bamboo può essere stirato ad una temperatura inferiore a quella richiesta dal cotone. Il restringimento di questi capi in seguito alle operazioni di lavaggio e asciugatura è minimo, anche a calde temperature.

• Le fibre di Bamboo assorbono le tinture per tessuti più velocemente e più a fondo del cotone, del modal e della viscosa; i colori presentano una maggiore lucentezza. I tessuti in bambù non hanno bisogno di essere mercerizzati per migliorare la loro lucentezza, come richiede invece il cotone.